Il bilancio di sostenibilità nasce da una consapevolezza.
Tutti noi conosciamo il bilancio d’esercizio, quel documento che, per legge, l’impresa deve redigere periodicamente per fare una sintesi della situazione economico-finanziaria e dei risultati economici raggiunti. Al di là di questo, volendo valutare tutti gli aspetti di un’azienda, il solo rendiconto di costi e ricavi, può non essere sufficiente. Ad impattare sulle attività di un’azienda e sui risultati, ci sono altri elementi fondamentali, spesso negli anni trascurati, come l’ambiente, il territorio in cui la realtà è contestualizzata, i lavoratori e le lavoratrici coinvolti. Se ne deduce che il bilancio finanziario non è più sufficiente per valutare un’azienda. Ecco perché possiamo affermare che il bilancio di sostenibilità nasce da un’esigenza di consapevolezza degli aspetti sociali, ambientali e di governance dell’attività in esame e di conseguenza essere in grado di poter attuare strategie consone a mitigare i rischi ad essi correlati.
A chi è rivolto il bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità, chiamato anche bilancio sociale, è un documento che si rivolge a tutti coloro con cui l’azienda, in un modo o nell’altro, entra in contatto. Si parla in questo caso di stakeholder, o “portatori di interesse”, e non ci riferiamo solo agli azionisti (shareholder) ma anche ai dipendenti, clienti, fornitori, enti presenti sul territorio, organi di stampa, ma soprattutto all’azienda stessa che con il bilancio di sostenibilità è in grado di rendersi conto degli aspetti ed impatti del suo operato.
In sostanza, l’azienda deve essere consapevole che le sue azioni ed attività hanno un preciso impatto a livello ambientale, sociale, e che solo grazie a un sistema di gestione di questi aspetti potrà instaurare un rapporto di fiducia con i suoi stakeholders. La redazione del bilancio di sostenibilità è pertanto prima di tutto uno strumento di comunicazione di presa di consapevolezza e gestione della dimensione tripartita di un’attività economica (“triple bottom line”). La presa di responsabilità dell’azienda su questi punti determina la creazione di questo report che verrà redatto periodicamente possibilmente ogni anno, proprio come il già citato bilancio di esercizio.
Se l’azienda desidera attrarre investitori, ottenere migliori condizioni di credito e assicurative, attrarre i migliori collaboratori e collaboratrici dal mercato, e creare un clima di lavoro motivante e coinvolgente, valorizzare le certificazioni ambientali e disposizioni aziendali quali il codice etico o di comportamento, tradurre in comportamenti riconoscibili la mission, vision, e valori, il bilancio di sostenibilità può contribuire al raggiungimento di questi obiettivi nonché al successo e continuità aziendale in un mercato in continuo rapido cambiamento.
Il bilancio si sostenibilità sarà obbligatorio?
A partire del bilancio 2017, il bilancio di sostenibilità è diventato obbligatorio con il recepimento della Direttiva 2014/95/UE convertita in legge con il Dlgs 254 del 30 Dicembre 2016. Riguarda le società di interesse pubblico con più di cinquecento dipendenti e altri parametri di bilancio finanziario, in particolare le società quotate in borsa, le banche e le assicurazioni, ma molti credono che sia solo l’inizio.
Il decreto fa riferimento a standard di rendicontazione emanati da autorevoli organismi nazionali e internazionali e sovranazionali. Tra questi possiamo menzionare le linee guida riconosciute a livello internazionale del Global Reporting Initiative e l’italiano Gruppo Bilancio Sociale (GBS).
Per tutte le altre organizzazioni, profit e no-profit, piccole e medie imprese (PMI), le imprese sociali, e il mondo cooperativo, il bilancio di sostenibilità è un documento volontario che sta diventando importantissimo per instaurare un sistema di gestione della sostenibilità.
A seconda dei casi, molte grandi aziende hanno scelto diverse forme per redigere e comunicare al pubblico il loro bilancio di sostenibilità.
Ne sono esempi Barilla, che ha scelto di pubblicare un bilancio che segue le linee guida del GRI dedicando un portale di estremo impatto mediatico.
Leroy Merlin, ha deciso invece di mettere in evidenza l’aspetto partecipato del bilancio di sostenibilità, cioè l’imprescindibile coinvolgimento e dunque ascolto degli stakeholder su i tre ambiti fondamentali: riduzione dell’impatto ambientale, le politiche rivolte ai lavoratori e i progetti di social business verso la comunità.
Un’altra azienda che ha fatto del Bilancio un’occasione di incontro con i suoi clienti, e gli interlocutori del suo business, è Ikea; la famosissima catena, conosciuta in tutto il mondo, ha presentato nel 2016 il 10° anno di bilancio di sostenibilità in un tour che ha toccato tutte le 17 città italiane in cui è presente un suo negozio.
Vediamo, quindi, che le possibilità per le aziende di intraprendere un percorso per la redazione del bilancio di sostenibilità e avviare azioni di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), possono tradursi in varie attività ed avere svariate forme. Il nostro auspicio, avendo investito in questa opportunità, è quello che sempre più aziende siano disposte a percorrere questa strada, intravedendo nell’impegno di tempo, energie e denaro indubbiamente necessari, un investimento strategico allo stesso modo in cui si impegnano negli obiettivi di business tradizionalmente concepiti.
Se vuoi approfondire le modalità per introdurre il bilancio di solidarietà nella tua impresa chiedici una consulenza!
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